mercoledì 8 aprile 2015

Speranza - Perso nella Giungla

La gioia dell’amore è possibile solo se hai conosciuto la gioia di essere solo, perché solo in quel caso hai qualcosa da condividere. 
Altrimenti, due mendicanti che si incontrano e si aggrappano l’uno all’altro, non potranno mai essere estatici. 
Entrambi creeranno infelicità per l’altro, perché ciascuno dei due spererà, e spererà invano, che l’altro lo possa appagare. 
Ma anche l’altro spera la stessa cosa… no, nessuno dei due potrà mai appagare l’altro: entrambi sono ciechi, non si possono affatto aiutare a vicenda.
Ho sentito raccontare di un cacciatore che si era perso nella giungla. 
Per tre giorni non riuscì a trovare nessuno a cui chiedere indicazioni, e stava ormai per cadere in preda al panico – tre giorni senza cibo, tre giorni di continuo terrore a causa delle bestie feroci. 
Per tre giorni non era riuscito a dormire: era rimasto sveglio al riparo di un albero, per paura di essere assalito. 
C’erano serpenti, leoni, bestie feroci!
Poi, all’alba del quarto giorno vide un uomo seduto sotto un albero. 
Puoi immaginare la sua gioia. 
Si precipitò verso di lui, lo abbracciò e gli disse: “Che gioia!” E anche l’altro lo abbracciò: entrambi erano immensamente felici. 
A un certo punto si chiesero a vicenda: “Come mai sei così felice?”
E il primo rispose: “Mi ero perso, e speravo di incontrare qualcuno”.
E l’altro: “Anch’io mi sono perso e aspettavo di incontrare qualcuno. 
Ma se entrambi ci siamo persi, è inutile essere così contenti. Ora ci siamo smarriti insieme!”
È ciò che accade: tu sei solo, l’altro è solo; poi vi incontrate. 
Prima viene la luna di miele: l’estasi per aver incontrato l’altro… ora non ti sentirai più solo. 
Ma nel giro di tre giorni, oppure se sei un minimo intelligente nel giro di poche ore… dipende da quanto sei intelligente. 
Se sei stupido ti ci vorrà un po’ più di tempo; se sei intelligente dopo tre minuti ti renderai conto… “Cosa sto facendo? Non potrà funzionare: l’altro è solo quanto lo sono io. 
Se adesso andremo a vivere insieme, due solitudini vivranno insieme. Due ferite non si possono aiutare a guarire a vicenda”.
Noi siamo parte l’uno dell’altro. 
Nessun uomo è un’isola. 
Noi tutti apparteniamo a un continente invisibile e al tempo stesso infinito. 
La nostra esistenza è sconfinata. 
Ma queste esperienze accadono solo a chi ha reso attuale il proprio potenziale, persone che sono così profondamente in amore con se stesse, al punto da poter chiudere gli occhi ed essere sole, eppure sentirsi infinitamente estatiche. 
Ecco cos’è la meditazione.
Meditazione significa essere estatici nella propria solitudine. 
Ma quando accade, quell’estasi è così straripante che non riesci a contenerla. 
Inizia a fluire da te: diventa amore.
Certo, la meditazione permette l’avvento dell’amore, e le persone che non hanno conosciuto la meditazione, non conosceranno mai l’amore. 
Fingeranno d’amare, ma non potranno amare, perché non avranno nulla da dare, nulla strariperà dal loro essere. 
L’amore è condivisione. Ma per poter condividere, prima devi avere. 
Per questo la meditazione dev’essere la prima cosa.
La meditazione è il centro, l’amore ne è la circonferenza. 
La meditazione è il fiore, l’amore ne è la fragranza.


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